Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Il derby di Arpad Weisz

Stasera a Milano Inter e Bologna, in occasione della partita di coppa Italia, scenderanno in campo nel ricordo del loro ex allenatore ucciso ad Auschwitz per le sue origini ebraiche. Il 25 gennaio a Bologna verrà scoperta una targa in ricordo del figlio Roberto, alunno della scuola Bombicci del quartiere Saragozza

La maglietta commemorativa di Arpad Weiszdi Fabrizio Pompei

 

BOLOGNA - Due iniziative per ricordare Arpad Weisz, l'allenatore campione d'Italia alla guida dell'Inter, nel '30, e del Bologna, tra il '35 e il '37, che, costretto per la propria origine ebrea a fuggire in Olanda trovò la morte, insieme alla famiglia, nel campo di Auschwitz. Stasera, infatti, si giocherà a Milano Inter-Bologna per i quarti di finale di Coppa Italia: su proposta del movimento "W il calcio" la partita sarà dedicata all'ex allenatore delle due squadre che scenderanno in campo con una maglia commemorativa per dire no ad ogni forma di discriminazione. L'associazione "W il calcio" ha anche proposto di istituire un premio annuale intitolato a Weisz come riconoscimento da assegnare a chi si è impegnato nella battaglia contro il razzismo, l'antisemitismo e l'intolleranza. Il 25 gennaio, invece, a Bologna, in occasione della prossima giornata della memoria, alle scuole Bombicci del quartiere Saragozza verrà scoperta una targa in memoria del figlio di Weisz, Roberto, che frequentò lì la tra il '37 e il '38 le elementari, prima di fuggire con la famiglia in Olanda.

La storia di Weisz era stata anche ricordata anche nel corso del convegno "Lo sport europeo sotto il nazionalsocialismo" che si era tenuto a Bologna il dicembre scorso. Se oggi, infatti, il nome dell'allenatore ungherese è ai più sconosciuto bisogna pensare che si tratta di un personaggio che all'epoca cambiò il modo di intendere lo sport e il calcio: inventò i ritiri delle squadre e fu il primo a mettere da parte giacca e cravatta per scendere in campo ad allenarsi con i propri calciatori. Vinse non solo campionati ma portò il Bologna a conquistare la Coppa dell'Esposizione, quella che oggi si chiamerebbe Champions League. Scrisse un manuale di tecnica e tattica calcistica che ebbe grandissimo successo e rivoluzionò il modo di giocare a calcio. Eppure, nonostante tutto questo, Matteo Marani, direttore del "Guerin Sportivo" che ha raccontato nel libro "Dallo scudetto ad Auschwitz" la vicenda di Weisz, ha testimoniato la difficoltà nel reperire informazioni sull'allenatore ungherese. Ecco allora che la giornata della memoria può essere anche l'occasione per riscoprire e far conoscere la storia, sportiva e non, di uno dei più grandi allenatori di calcio che abbia mai avuto l'Italia.